martedì 26 aprile 2011

PIOVE

arcanciel
Oggi è stata una giornata piovosa ma, paradossalmente, sono riuscita a combinare parecchie cose... Tanto per iniziare, all'angolo dove riesco a collegarmi in rete sono stata sorpresa da un violento acquazzone, e anche se indossavo la mia nuova cerata gialla da esperto velista (!!) comprata appositamente per restare asciutta durante le tempeste tropicali (il k-way dopo un po' fa passare l'acqua e ci si inzuppa) ho cercato un rifugio; visto che ero proprio di fronte alla "Maison des Fammes" non ho fatto che entrare e chiedere educatamente se potevo restare all'accoglienza ad aspettare che spiovesse un po', ma proprio la natura di questa istituzione, della Provincia Sud della Nuova Caledonia (quella a cui appartiene la capitale Noumea) ha fatto sì che qualcuno si occupasse di me e che varie simpatiche signore mi spiegassero le attività del centro che sì, ha un occhio di riguardo per le donne che subiscono violenza, ma vuole anche essere un punto dove fermarsi, leggere una rivista, controllare le mail, partecipare ad un corso... Ed è aperto a tutte le donne, anche a questa italiana in cerca di rifugio dalla pioggia. E i corsi poi? Un corso d'inglese tenuto da una corpulenta australiana, nulla a che vedere con la nostra Sister di Croce Rossa che ci deliziava con le sue lezioni, ma sicuramente un momento di aggregazione e buon umore, a giudicare dagli scoppi di risa; corsi di cucina due volte al mese, che cucina? Tutte le cucine, di qualsiasi paese, ed in un attimo mi sono trovata ingaggiata in un corso sulla pasta che terrò il prossimo 11 maggio. Sarà mio dovere far conoscere nel modo migliore le buone ricette della nostra terra, con i prodotti locali, come il pesce fresco ed i frutti di mare che qui si trovano a volontà, sarà sicuramente un successo. Ho raggiunto poi il posto di polizia per capire se dovessi procurarmi ed in che modo un visto turistico prolungato: siamo sotto il trattato di Shengen, non sarò clandestina, anche se non dovessi uscire mai dal paese per tutto il resto  della mia permanenza nel Pacifico.
Service des Etrangers
Altra situazione carina, sono stata intercettata dalla volontaria del centro contro le malattie sessuali che mi ha proposto di aprire io qualche volta il centro (però!) e, visto che sto programmando per giugno una gita alle Vanuatu portare un po' di materiale con me, magari un po' di preservativi maschili e femminili, da offrire come regalo al mio arrivo, come qui, secondo l'usanza, si fa con i bei teli colorati. Divertente, in un angolo di mondo dove il sesso è considerato tabù e i giovani saltano addosso alle compagne perchè non sono in grado di esprimere le loro pulsioni... Quasi quasi ci provo!
Scultura nel giardino della biblioteca:
Israele e Palestina qui unite! 
Poi, in fine giornata, un paio d'ore alla libreria Bernehin, dove ho trovato parecchi testi sui kanaki, tanto per entrare un po' nella loro mentalità e sono finalmente riuscita a trovare un pc per inserire le foto in questo blog, il tutto gratuitamente, secondo la mia filosofia: perchè pagare se lo si può trovare gratis? Ma sarò avara di immagini, perchè la connessione è così lenta che in un'ora non sono riuscita a mettermi in pari.Ho stralciato e tradotto alcuni concetti sulla cultura locale, inutile dire che è sorprendente quanto io ne sia attirata! E' proprio quello che, nonostante io sia profondamente cittadina, credo, sento e amerei mettere in pratica, non dico come religione, ma come filosofia di vita.

I Kanaki non nominano mai il loro paese così come il bambino non chiama i genitori: non sono loro che hanno bisogno di essere chiamati ad esistere, ma il bambino. Il padre dandogli il nome, ne fissa le radici e la madre con le sue cure lo nutre: e' lui che ha bisogno d'essere accudito, accudito e riconosciuto. E come il bombino, anche il "Caillou" (il sasso, l'isola) non ha mai avuto bisogno ne' di un nome, ne' della presenza dell'uomo per essere il "Caillou". Non e' inerte: le gioie dell'uomo lo esaltano ed e' afflitto dalle sofferenze dei suoi abitanti. Nulla esiste per caso, sotto terra, sulla terra e nell'aria: qui e' straniero solo chi, pur avendo gli occhi non vede, pur avendo le orecchie non sente. Le immense diversità linguistiche dei suoi abitanti non impediscono al ragno di accogliere nella sua tela la rugiada del mattino...
Il saluto amichevole degli uccelli invita all'umiltà e ricorda che non e' necessario avere una casa ma sentirsi a casa propria; bisogna diffidare di chi si nasconde dietro una maschera, e che con disagio se ne va in punta di piedi. E' molto più utile riconoscere l'odore delle stagioni, perché il "Caillou" rivelerà i suoi segreti solo a chi non ha paura, a chi, per trovare le proprie radici e vibrare insieme a madre natura, sara' capace di inginocchiarsi ad essa.
Il "Caillou", il paese dei misteri e' un luogo di vita.

Bene, sono arrivata in questo luogo con gli occhi e le orecchie ben aperte e ho l'umiltà di chinare la testa, speriamo di quel qualcosa che mi ha spinta fino a qui e scoprire... sentire... capire... come ho sempre fatto nella mia vita, con la curiosità del mondo, e senza la minima paura.

5 commenti:

  1. Qui si vede come sono fatta io.
    Sono dell'idea che per ricevere una risposta bisogna fare la domanda giusta ed è talmente difficile fare la domanda giusta che spesso quando si arriva a farla si sa già la risposta.
    L'apertura di orecchie e occhi va bene ma qual è la tua domanda? Poi, lo sai, io sono una stanziale forse perchè ho peregrinato vite e vite per approdare a Roma "Animum debes mutare, non caelum", ma forse pensi che è proprio quel cielo a tenerci in gabbia?

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  2. Di prima mattina ho qualche difficoltà a rispondere... Ma te pareva che non mettevi il dito nella piaga?

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  3. che ci vuoi fare, sono cacacazzi per natura!

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  4. "Viaggiare non è vedere nuove terre , ma guardare con nuovi occhi". Proust
    E' questo che intende la tua amica, forse, Manu?
    Bacioni, ti seguo!

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  5. chissà se almeno lei riesce a capirlo... e tanto per dire, lavora nei viaggi!

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