sabato 16 aprile 2011

CAPODANNO

Bene, oggi finalmente sono riuscita ad arrivare al famoso centro Tjbau progettato da Renzo Piano. Il centro è magnifico, immerso nella natura tropicale e perfettamente inserito nella tradizione Kanaki.

http://www.youtube.com/watch?v=R0LA6GjZcJw&feature=youtube_gdata_player


centro Tjbau

centro Tjbau

centro Tjbau


centro Tjbau

centro Tjbau
E' un po' scomodo da raggiungere per chi, come me si aggira in bus, bisogna prenderene due da Anse Vata dove sono alloggiata al momento e non è tanto questo il problema, quanto che, con il mio meraviglioso senso d'orientamento mi perdo spesso e volentieri e vago da una fermata all'altra. Oggi, sarà stato un caso, sapevo della festa dell'igname, un tubero, una patata che può essere bianca o violetta, dipende dal tipo, e, senza darci peso più di tanto, ho tenuto ad visitarlo in questa occasione. La mia sorpresa è stata enorme quando ho scoperto che questa festa è importantissima per i Kanaki, che basano la loro cultura sul rapporto con la natura e la condivisione nella propria tribù e con le altre tribù, condivisione che simboleggia un gesto di fratellanza, di amicizia, e che è molto, ma molto importante per un quieto vivere, assolutamente scontato.

menir vestito a festa!
Ho così scoperto parlando con Sonia, una simpatica Kanaki, che si stava festeggiando il capodanno: per la cultura aborigena l'anno inizia quando la terra da il primo igname e quando questo può essere gustato fra le varie comunità; ho scoperto che sull'isola si parlano 28 lingue Kanaki (28 in un'estensione così piccola!) altamente diverse fra loro, tanto che, fra le varie tribù ci si parla in francese, altrimenti non ci si arriva a comprendersi. Giusto qualche post fa mi lamentavo della mancanza della primavera, stagione così importante che alcune culture (a me molto care) la festeggiano come inizio anno... e casualmente, aiutata dalla mia buona stella sono capitata nel capodanno locale! Le persone sono incuriosite da me, mi si avvicinano, mi parlano, evidentemente il mio sguardo gentile ed interessato attira e dopo le prime due parole si capisce immediatamente dall'accento che non sono francese, ma qualcosa di molto più esotico...

Kanaki

Kanaki curiosi
Anche se sul "cajou" cioè sasso, come viene soprannominata l'isola, pare che la comunità italiana sia la più numerosa, dopo i francesi, naturalmente. Continuando a chiacchierare con la nuova amica scopro che anche lei come me ha un figlio grande (siamo più o meno coetanee) cresciuto da sola con l'aiuto della famiglia... incredibile, due storie parallele agli antipodi! Mi spiega che tutti gli avvenimenti vengono gestiti in comune, che ogni cosa riguarda non il singolo ma la comunità e che è già stato designato chi si occuperà di lei quando sarà anziana, così come lei, oltre al figlio, si occupa anche dei suoi nipoti e degli altri giovani della famiglia. Interessante, sono un po' i valori che da noi sono andati scemando; qui si vive ancora tutti insieme, sotto lo stesso tetto, il tempo libero dal lavoro viene dedicato alle attività tradizionali, per un Kanaki non è mai vacanza, c'è sempre qualcosa da fare!

piatto di portata
Speriamo che una di queste famiglie mi adotti, mi piacerebbe molto approfondire queste tradizioni, anche se, immagino, non deve essere facile riuscire ad entrare veramente e non come semplice turista, alcuni francesi intrecciano con le foglie di palma i vassoietti come avevamo fatto a Bora Bora durante un'escursione in mare, non amo troppo questo, anche se vedo che vengono usati nel vero picnic di tutte le tribù. Sì perchè per l'occasione sono arrivate persone da tutte le parti dell'isola, hanno percorso 5, 7 ore di stradaccie per festeggiare insieme agli altri a Noumea questa importante ricorrenza. A fine mese ci sarà qualcosa al sud, ed a fine maggio nell'isola di Lifou un'altra ricorrenza... farò di tutto per non mancare!

scultura Kanaki, dedicata a Sondha
http://www.youtube.com/watch?v=R0LA6GjZcJw&feature=youtube_gdata_player

2 commenti:

  1. Ciao, inutile dire che le foto sono sempre molto belle, rischio di diventare monotono, ma daltronde i posti che visiti sono belli e da qui hanno tutto il loro fascino esotico, anche i Kanaki. Mi chiedevo a cosa serve il centro di Renzo Piano che hai visitato, non lo conoscevo. E in legno, vero? Dici che si inserisce perfettamente nella natura, ma non è che svetta un po' troppo? Forse da lontano non si nota, magari ci sono alberi molto alti che nelle foto non si reiscono a percepire? Descrivi, descrivi (sei architetta, no?)
    Ciao

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  2. Si, in legno e circondato da alberi altissimi, ma le costruzioni svettano come i menir simbolo dellacultura Kanaki; purtroppo non era permesso fotografarli ed il capodanno e gli incontri mi hanno distratta dalla particolare architettura... ma ci tornero' e ne parlero' in maniera più approfondita.

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