giovedì 28 aprile 2011

CONOSCERE I KANAKI

All'origine di tutto c'e l'albero, il tuono, la genealogia degli antenati e poi ci siamo noi; e la vita passa attraverso questa genealogia, e questa genealogia e' quella dei miei padri, ma e' anche quella della tribù che ha concesso mia madre e che, dandomi madre mi ha dato la vita. La vita e' data dal sangue e il sangue viene dato dalla madre; lei e' padrona del sangue insieme ai suoi fratelli ed ai suoi padri. Io resterò per sempre duale, non saro' mai solo un individuo, e' impossibile. Il corpo non e' un principio di affermazione, il corpo esiste per esprimere la relazione. Il sangue forma il corpo che viene animato dallo spirito la cui presenza si manifesta con il soffio del respiro. Questo spirito si emana direttamente dall'antenato materno; la stessa parola identifica lo spirito della persona e lo spirito ancestrale: la parola "totem". 
All'origine del mondo tutti gli spiriti ancestrali erano delle lucertole, poi col tempo e con la dispersione degli uomini si sono progressivamente trasformati, prendendo forme variabili a seconda del terroirs e del momento: forme vitali e totemiche, animali, piante, fenomeni atmosferici o forme culturali: monete, pietre, medicine, che sono i vettori dei riti e degli scambi cerimoniali. Durante il concepimento e la gestazione lo spirito ancestrale non e' dissociabile dal sangue femminile ed e' per questo che le mestruazioni sono considerate pericolose e nella zona nord della Grande Terra le donne mestruate e le partorienti vengono recluse in zone loro riservate, al di fuori delle loro case e lontane dagli uomini. Anche se e' la donna che da la vita, non può generare da sola, per farlo ha bisogno dell'aiuto di due uomini: suo marito che con il rapporto sessuale nei primi 4 mesi di gravidanza fissa il sangue nel ventre materno: lo sperma non da la vita ma la fissa, la radica; il fratello della madre che durante la nascita e' incaricato di legare lo spirito al resto del corpo per assicurarne unita'. La composizione duale della persona segna i suoi obblighi sociali fra i parenti materni e paterni, fra genitori e figli; lo zio materno per tutta la su vita dovrà compiere i riti principali per la crescita e la salute di quelli che sono del suo sangue. Il padre ed i suoi fratelli devono proteggere i bambini dello stesso gruppo uterino e onorare la madre e lo zio con diverse cerimonie di scambio che scandiscono le principali tappe dell'esistenza: il dono del nome, i primi passi, la foratura delle orecchie.. 
Quando ci si ferisce davanti ad uno zio, bisogna chiedere perdono per aver dilapidato il flusso vitale che non ci appartiene. Poiché la persona non e' ancora formata alla sua nascita, ha bisogno di un'immagine che sara' messa da parte al momento del matrimonio, quando si formerà una nuova coppia. Una volta sposato, l'uomo deve fare crescere il suo progressivamente nome, sviluppando le sue qualità di buon agricoltore e grazie alla generosità dei suoi regali, la donna, invece, con il benessere che porta alla famiglia. Al momento della morte avviene un nuovo cambiamento, la persona non scompare, da luogo a nuovi scambi fra paterno e materno e si trasforma in antenato, per nutrire la terra dove crescono l'igname ed il taro. 
La dualita' paterna/materna e' fondamentale, come la verita' che il corpo non e' mai qui, ma legato ad una  complessa rete di relazioni sociali. L'assenza di individualità e' ben lontana dal significare incompletezza, rimanda piuttosto ad una visione globale della società e dell'universo. Se gli antenati tornassero oggi, riconoscerebbero l'uomo dal suo nome, dal suo sistema gerarchico, dalla sua genealogia, dalle sue usanze, che persistono attraverso alla storia. 

martedì 26 aprile 2011

PIOVE

arcanciel
Oggi è stata una giornata piovosa ma, paradossalmente, sono riuscita a combinare parecchie cose... Tanto per iniziare, all'angolo dove riesco a collegarmi in rete sono stata sorpresa da un violento acquazzone, e anche se indossavo la mia nuova cerata gialla da esperto velista (!!) comprata appositamente per restare asciutta durante le tempeste tropicali (il k-way dopo un po' fa passare l'acqua e ci si inzuppa) ho cercato un rifugio; visto che ero proprio di fronte alla "Maison des Fammes" non ho fatto che entrare e chiedere educatamente se potevo restare all'accoglienza ad aspettare che spiovesse un po', ma proprio la natura di questa istituzione, della Provincia Sud della Nuova Caledonia (quella a cui appartiene la capitale Noumea) ha fatto sì che qualcuno si occupasse di me e che varie simpatiche signore mi spiegassero le attività del centro che sì, ha un occhio di riguardo per le donne che subiscono violenza, ma vuole anche essere un punto dove fermarsi, leggere una rivista, controllare le mail, partecipare ad un corso... Ed è aperto a tutte le donne, anche a questa italiana in cerca di rifugio dalla pioggia. E i corsi poi? Un corso d'inglese tenuto da una corpulenta australiana, nulla a che vedere con la nostra Sister di Croce Rossa che ci deliziava con le sue lezioni, ma sicuramente un momento di aggregazione e buon umore, a giudicare dagli scoppi di risa; corsi di cucina due volte al mese, che cucina? Tutte le cucine, di qualsiasi paese, ed in un attimo mi sono trovata ingaggiata in un corso sulla pasta che terrò il prossimo 11 maggio. Sarà mio dovere far conoscere nel modo migliore le buone ricette della nostra terra, con i prodotti locali, come il pesce fresco ed i frutti di mare che qui si trovano a volontà, sarà sicuramente un successo. Ho raggiunto poi il posto di polizia per capire se dovessi procurarmi ed in che modo un visto turistico prolungato: siamo sotto il trattato di Shengen, non sarò clandestina, anche se non dovessi uscire mai dal paese per tutto il resto  della mia permanenza nel Pacifico.
Service des Etrangers
Altra situazione carina, sono stata intercettata dalla volontaria del centro contro le malattie sessuali che mi ha proposto di aprire io qualche volta il centro (però!) e, visto che sto programmando per giugno una gita alle Vanuatu portare un po' di materiale con me, magari un po' di preservativi maschili e femminili, da offrire come regalo al mio arrivo, come qui, secondo l'usanza, si fa con i bei teli colorati. Divertente, in un angolo di mondo dove il sesso è considerato tabù e i giovani saltano addosso alle compagne perchè non sono in grado di esprimere le loro pulsioni... Quasi quasi ci provo!
Scultura nel giardino della biblioteca:
Israele e Palestina qui unite! 
Poi, in fine giornata, un paio d'ore alla libreria Bernehin, dove ho trovato parecchi testi sui kanaki, tanto per entrare un po' nella loro mentalità e sono finalmente riuscita a trovare un pc per inserire le foto in questo blog, il tutto gratuitamente, secondo la mia filosofia: perchè pagare se lo si può trovare gratis? Ma sarò avara di immagini, perchè la connessione è così lenta che in un'ora non sono riuscita a mettermi in pari.Ho stralciato e tradotto alcuni concetti sulla cultura locale, inutile dire che è sorprendente quanto io ne sia attirata! E' proprio quello che, nonostante io sia profondamente cittadina, credo, sento e amerei mettere in pratica, non dico come religione, ma come filosofia di vita.

I Kanaki non nominano mai il loro paese così come il bambino non chiama i genitori: non sono loro che hanno bisogno di essere chiamati ad esistere, ma il bambino. Il padre dandogli il nome, ne fissa le radici e la madre con le sue cure lo nutre: e' lui che ha bisogno d'essere accudito, accudito e riconosciuto. E come il bombino, anche il "Caillou" (il sasso, l'isola) non ha mai avuto bisogno ne' di un nome, ne' della presenza dell'uomo per essere il "Caillou". Non e' inerte: le gioie dell'uomo lo esaltano ed e' afflitto dalle sofferenze dei suoi abitanti. Nulla esiste per caso, sotto terra, sulla terra e nell'aria: qui e' straniero solo chi, pur avendo gli occhi non vede, pur avendo le orecchie non sente. Le immense diversità linguistiche dei suoi abitanti non impediscono al ragno di accogliere nella sua tela la rugiada del mattino...
Il saluto amichevole degli uccelli invita all'umiltà e ricorda che non e' necessario avere una casa ma sentirsi a casa propria; bisogna diffidare di chi si nasconde dietro una maschera, e che con disagio se ne va in punta di piedi. E' molto più utile riconoscere l'odore delle stagioni, perché il "Caillou" rivelerà i suoi segreti solo a chi non ha paura, a chi, per trovare le proprie radici e vibrare insieme a madre natura, sara' capace di inginocchiarsi ad essa.
Il "Caillou", il paese dei misteri e' un luogo di vita.

Bene, sono arrivata in questo luogo con gli occhi e le orecchie ben aperte e ho l'umiltà di chinare la testa, speriamo di quel qualcosa che mi ha spinta fino a qui e scoprire... sentire... capire... come ho sempre fatto nella mia vita, con la curiosità del mondo, e senza la minima paura.

domenica 24 aprile 2011

PASQUA

S. Joseph, la Cattedrale di Noumea
la Cattedrale
Le celebrazioni pasquali alla Cattedrale di Noumea sono state molto toccanti, coinvolgenti. Innanzi tutto la Cattedrale troneggia sulla città, è superata in altezza solo dal brutto cubo in calcestruzzo dell'ostello della gioventù, dove si possono affittare per l'equivalente di 25 euro a persona spoglie camere a 2 letti con il bagno in comune; se si vuole risparmiare, ci sono le camerate, ma chissà, dormire sarà ancora più difficile, con tutto il va' e vieni degli alloggiati!
il cubo di calcestruzzo contiene l'ostello





Ma torniamo a noi, La Cattedrale è un edificio in pietra, posto in alto, proprio sopra il centro città, è in uno stile gotico moderno, ha due torrioni quadrati ai lati della facciata principale, alla quale si accede da una scalinata incrociata...  rappresenta l'ascesa a Dio! Sul lato maggiore più basso, proprio quello in corrispondenza della strada dove ho trovato alloggio, una statua di Giovanna D'Arco, neanche a dirlo, la mia eroina preferita, colei che pur di mantenere il principio è finita sul rogo.
Giovanna d'Arco

Almeno mezz'ora prima dell'inizio di ogni celebrazione comincia la scalata: si inizia a salire venendo da ogni parte, con ogni mezzo: chi a piedi con le infradito, chi con lussuosi fuoristrada, chi con vetture sgangherate. E ci si ritrova lì, nel caldo della notte, o la mattina presto, uniti dalla stessa fede, gente di tutti i colori, con i colorati vestiti di ogni paese: le indiane avvolte in sari preziosi, le Kanaki con i sgargianti vestiti floreali locali, e non dimentichiamo la comunità vietnamita, con i tipici vestiti in seta dai ricami delicati sopra ai larghi pantaloni... Lunghi capelli crespi, rasta, teste bionde naturali, treccine, meticcie dai capelli rossi, asiatici con i tipici capelli neri liscissimi, c'è anche un ragazzino con una bellissima cresta punk, la famiglia è borghese, si vede, il padre è preso dal suo ruolo di buon capo famiglia, la madre è affettuosa, staranno aspettando che gli passi! E ci siamo ritrovati lì, nel caldo interrotto dallo sventolio dei ventagli, tutti insieme, uniti dalla stessa fede. le celebrazioni hanno un qualcosa di solenne, ricordano quelle del Cammino Catecumenale, ma sono sicuramente più pittoresche e forse anche più sentite. La sera del sabato ci sono stati i battesimi: perchè da noi purtroppo si è perso il significato di questo importante sacramento, quello che ci ammette all'interno della comunità cristiana, tanto più che ci viene impartito appena nati, che lo vogliamo o no. Ai tempi di Gesù, il Battesimo arrivava dopo un percorso della durata di 30 anni, dove il Catecumeno prendeva conoscenza di se e della natura più intima e più profonda del suo spirito. Alla fine del percorso, la sera di Pasqua, cioè il sabato, l'immersione una volta nell'acqua del Giordano, concludeva il tutto. Il simbolismo era forte; era possibile ricordare sempre quando si era stati battezzati, festeggiare la ricorrenza come si fa con il matrimonio: la sera di Pasqua! E sono apparsi, leggiadri, vestiti di bianco, più adulti che neonati, la maggior parte di origine asiatica, con una testa riccia e bionda di donna che spiccava in mezzo al gruppo, a ricevere il sacramento che il Vescovo impartiva loro, ripetendo solennemente le stesse parole, senza mai calare di tono, dando ad ognuno di loro, dal primo all'ultimo, pari importanza... E mi ha ricordato quel venditore di sapone in Siria che, ogni volta che tagliava a metà un cubetto lo annusava e gioiva del profumo d'alloro come se fosse stato divino, alzando gli occhi al cielo, e questo per ogni pezzo comprato dal nostro numeroso gruppo!
E la fila poi per confermare il battesimo! Quante possenti spalle Kanaki circondate da corone di fiori pronti a giurare e confermare il loro credo! E tutti hanno uno sguardo fraterno, le grosse donne Kanaki sono quasi tutte vestite con la "robe missionarie" un camicione lungo con le maniche a tre quarti che i primi predicatori hanno imposto per coprire le loro nudità, non so come facciano a sopportare il caldo appiccicoso sotto lo spesso tessuto, ma ci sono anche donne francesi con le spalle nude, nella mia Parrocchia romana non sarebbe permesso, eppure nemmeno una sciarpina per coprirsi al momento della Comunione. E il celebrante ha anche lui, al posto dei soliti paramenti colorati, una bella ghirlanda rossa, che riprende gli addobbi di tutta la Chiesa.

altare addobbato
Sono stata fortunata ad arrivare sull'isola al momento di Pasqua, una delle strategie che avevo pensato per conoscere qualcuno era proprio il frequentare la Parrocchia, dove si spera di incontrare persone gentili; la Croce Rossa poi, dove andrò ad iscrivermi al più presto ed un'altra associazione di volontariato che si occupa di Sida, da noi Aids, proprio come la mia cara Lila; solo, fortunatamente qui la diffusione non è così estesa e si sono riciclati nelle Malattie Sessualmente Trasmissibili, hanno allargato il giro... La loro sede è proprio all'angolo della Cattedrale, dove passa un collegamento internet che sfrutto per mettere ciò che scrivo nel blog, e sono già entrata a ficcare il mio lungo naso. La cosa negativa che ho scoperto (un punto a sfavore dei Kanaki) è che la violenza sessuale sulle donne è molto diffusa, e sarà bene che la sera non mi attardi troppo in rete, visto che sono in centro, sì, ma a fianco alla Caritas, il centro di accoglienza per le giovani madri e il reinserimento dei minori nel mondo del lavoro e che a volte, oltre al barbone con residenza stabile all'angolo, che saluto educatamente, ma da lontano, per evitare che mi si affezioni troppo, qualche strano soggetto in giro lo si vede. Ma ho un talento naturale con gli emarginati e conto sempre molto sul mio bravo angelo custode!

venerdì 22 aprile 2011

VITA DI CITTÀ

Ed ecco qua, lasciato il bel appartamento della mia amica, al ritorno mi sistemo nella camera che ho affittato, spartana ma centrale, a pochi passi dalla Cattedrale, in pieno centro città. Un piccolo punto d'appoggio indipendente mi farà comodo, non ho macchina ne la voglio avere, qui ogni cosa è a portata di mano, anche internet, giusto all'angolo di casa.

abito in questo palazzo arancione
Passo a trovare le suore italiane della vicina congregazione: mi hanno parlato di suor Angela, che non vedrò, ma farò una lunga chiacchierata con suor Anna Maria che proviene non da Roma, non dal mio quartiere, ma ancora da più vicino: fra la mia casa e la sua ci saranno forse tre incroci! E quando lo scopriamo salgono ad entrambe le lacrime agli occhi! Ho nostalgia, sì, parecchia, mi sento ancora molto, molto legata alla mia vita, alla mia casa, ai miei affetti...


palazzo arancione, al piano più basso a destra la finestra della cucina, a sinistra la camera all'entrata; l'appartamento é interno (niente rumore) ma fotografarlo é impossibile! la mia finestra nella parete perpendicolare
 La sera poi, due chiacchere con il giovane francese che mi abita vicino, chiedo dove sia possibile comprare del cibo, mi invita a cena, vuole cuocere "delle paste" come dicono nella loro lingua.... prendo immediatamente in mano la situazione e mi offro di cucinare mentre fa la doccia, non ho molti ingredienti, un po' di burro, emmental da grattugiare, un formaggino, pepe nero ed ecco: una versione arrangiata della pasta ai quattro formaggi! Il ragazzo è deliziato: non solo è contento di non mangiare solo, ma anche di aver mangiato così bene! Mi rendo disponibile a preparare piatti di pasta quando vorrà, solo, ho bisogno di procurarmi qualche ingrediente in più! E parto alla
ricerca ameno di una salsa di pomodoro.

IL GIRO CONTINUA

Il giro continua.... dalla costa ovest, da Bourraille attraversiamo tutto il verde delle montagne, ma verde che più verde non si può, per arrivare sulla costa est, dominio dei Kanaki a Poindimie'. Le differenze saltano subito all'occhio, le strade sono meno curate, si vede subito che la costa est è più povera di quella ovest, ma la natura è spettacolare! L'albergo dove siamo a è in una buona posizione, su una spiaggia non troppo estesa di sabbia chiara; è gestito e forse anche proprietà dei Kanaki, questa famosa razza aborigena locale, così diversa dai Caldosche, i discendenti dei coloni, arrivati in questo territorio per scelta libera o forzata. L'albergo è del genere di lusso, anche se il servizio resta molto indietro, nessuno porterà la mia pesante borsa fino al lontano bungalow 40, quando in certe topaie yemenite non avrei dovuto nemmeno pensare, avrei trovato la sacca a destinazione, magari nella camera sbagliata, ma trasferita autonomamente. La sera mi sono trovata, così, per caso come sempre, in mezzo ad una piccola manifestazione con canti locali, chissà se era proprio il "pilu pilu" quello che ho ripreso, chissà cosa voleva dire quel ritmo che i saggi uomini maturi della tribù locale, vestiti di fili di paglia secca con corone di felci intorno alla testa ripetevano, chissà!

http://www.youtube.com/watch?v=Z2lAJ-uCJ58&feature=youtube_gdata_player
http://www.youtube.com/watch?v=5H-YE37CjIE&feature=youtube_gdata_player

Ma piano piano arriverò a capire, per ora cerco, annuso, sento! E a dire il vero, non amo molto le cerimonie artefatte, ad uso e consumo di qualche estraneo, anche se non turista. Cercherò di intrufolarmi, di rendermi invisibile, di farmi accettare, di inserirmi e questo per meglio comprendere e capire. La mia amica che vive e lavorerà qui per una grande banca per tre lunghi anni non capisce, il mio progetto le sembra una follia, una scelta senza nè capo nè coda, un qualcosa di inutile, forse anche stupido. Invece sento che c'è un qualcosa che mi spinge, un qualcosa che mi fa avere voglia di conoscere e conoscere e ancora conoscere questo lato di mondo così lontano e così diverso dalla mia piccola Italia. Ma gli italiani sono sempre amati ovunque, e non sarò certo io a pormi in malo modo con la popolazione locale.
La grossa sorpresa, nel pomeriggio, è stata la gita fatta da Houailiou a Hienghiene quando davanti agli occhi, dopo una lunga serie di anse lussureggianti ci sono apparse davanti agli occhi una serie di formazioni rocciose, alte, maestose, nere, 
Hienghiene


Cicken
un po' come le Pee Pee Island della Tailandia, ma molto, molto più belle e, incredibilmente, oltre a quella che somiglia ad una sfinge c'è anche cicken island! Il giorno seguente, altra sorpresa: ci incamminiamo per una strada diversa verso la capitale e attraversiamo una delle zone minerarie: è un qualcosa di inimmaginabile, l'uomo ha grattato via la verde crosta arborea dalla terra ed ha portato alla luce il vero colore rossiccio del suolo, e questo si viene a scoprire curva dopo curva, fino ad arrivare al passo, dove il panorama è mozzafiato: lo sfondo verde lussureggiante, la parte rossiccia decorticata il tutto immerso in un oceano di un blu profondo, circondato dalle onde della barriera corallina, in alcuni tratti addirittura doppia.

http://www.youtube.com/watch?v=rQryK-KysxA&feature=youtube_gdata_player
http://www.youtube.com/watch?v=ZIsjz_cqQ7M&feature=youtube_gdata_player

cave
 

 
prima e dopo la cura...

La natura è stata più che generosa con questa isola, molto generosa! E sto pensado, se qualcuno mai verrà a trovarmi, il bel giro che si può organizzare ed i posti dove si potrà alloggiare per lasciare tutti a bocca aperta.











http://www.youtube.com/watch?v=5URA7_F8Ve4&feature=youtube_gdata_player

cascata


mercoledì 20 aprile 2011

PRIMA GITA

la macchina di Anne
Questa mattina siamo partite abbastanza presto ma non troppo, per Bourraille, la seconda città per grandezza dopo la capitale, il cui nome significa coda di lucertola: bo rahi secondo la lingua locale. In questi giorni il clima non e' un gran che', cielo coperto e pioggerellina intermittente, ma a parte questo, l'isola e' magnifica!

dall'albergo


l'altro lato dall'albergo
 Mi avevano detto che assomigliava alla Sardegna, che era un luogo particolare dove si svolgevano i rodei... La mia impressione e' che più che la Sardegna ricordi l'Irlanda, anche se non ho mai visitato questa isola, un'Irlanda di verdi dolci colline tropicali, anche alte sul livello del mare, con in alcuni tratti alte palme di cocco sotto le quali pascolano placidamente mucche
marroncine,


le mucche ci guardano!

ancora mucche
con spiaggia dalle grandi anse, al largo delle quali e' possibile vedere le onde generate dalla barriera corallina. E' un'isola particolare, molto particolare, ha parecchi aspetti di unicità nel mondo. L'hotel dove alloggiamo e' gradevolmente affacciato sul fiume Nera, ed e' in stile bavarese... Mi vengono in mente i tedeschi trasferiti sotto falsa identità in Argentina in fresche localita' di collina, magari affacciate su laghi... Chissà se anche i discendenti qui hanno qualcosa da rimproverare ai loro antenati, vero e' che l'ex edificio carcerario, oggi museo, ha ospitato parecchi detenuti qui deportati, provenienti persino dai paesi arabi! E qualche traccia ne resta, come l'hotel El Kantara, di chiara ispirazione marocchina. Pare che verso il 1870, fossero trasferite anche donne in detenzione con lo scopo di essere re-inserite in societa', sotto la sorveglianza di religiose, a condizione che sposassero gli ex detenuti... Dovevano essere carine le persone di qui, un vero far west!  Ed in effetti il lato selvaggio di questo angolo di mondo e' proprio simile al far west, con allevamenti di mucche e cavalli. I cervi, inseriti dall'uomo, si sono così numerosamente riprodotti che e' un dovere cacciarli ed e' possibile mangiare la loro carne ovunque, molto più a buon mercato del bue o del maiale. Non male, vero? E penso a Nanni, il mio vicino di Cetona, cacciatore esperto, che ha diritto ad abbattere 1 esemplare all'anno... E' un po' lontano per lui qui, ma ne avrebbe da fare! I discendenti delle persone deportate o trasferitesi qui come coloni si chiamano Caldoche in francese, si pronuncia caldosce, girano con grandi jeep, hanno l'aria danarosa, al momento mi sembrano meno simpatici dei Kanaki.

panorama


doppia barriera corallina

spiaggia delle tartarughe
La spiaggia di Poe ha formazioni rocciose affioranti nell'acqua, che in giornate di sole danno riflessi favolosi; la spiaggia delle tartarughe (siamo fuori stagione, in questo periodo non c'e n'è traccia, purtroppo) e' delimitata da una parte dal Buon Uomo, una roccia con le sembianze di un omaccione nerboruto, che si staglia in mezzo alle verdi colline degradanti con dolcezza fino alle spiagge; nascoste nella brousse villette e chalet di ogni tipo, impossibili da individuare da lontano.

 
il Buon Uomo




il Buon Uomo dall'alto

La natura qui, se la si lascia fare copre tutto in men che non si dica! Ma e' magnifica, unica al mondo. E stanotte e' luna piena!
 

DOMENICA DELLE PALME

Per la domenica delle Palme andare a Messa e' il minimo e, se ci si trova a Noumea andare a Messa alla Cattedrale può essere oltre che doveroso anche interessante. Anche se sono partita presto, sotto la pioggerellina che evapora immediatamente, come nelle vignette ho visto il bus passarmi sotto al naso... Ho perso tempo ad aspettare il successivo: risultato: ritardo di un piccolo quarto d'ora. Trovare la Cattedrale e' stato facile, e' un edificio in pietra che troneggia sul centro citta'; mi ero assicurata che fosse una chiesa cattolica di S.ta Romana Chiesa, quando si e' all'estero e' facile prendere un abbaglio e scoprire da qualche particolare di star seguendo il culto di una religione differente... Ma la foto del Papa mi rassicurava. La comunità era riunita numerosa per la ricorrenza, avevo partecipato alle Palme con una comunità catecumenale dove la più parte portava una foglia di palma, diventando un giardino vivente, qui invece tutti avevano in mano un ramo di un qualche albero lussureggiante dei dintorni, da lontano ho visto un qualcosa che mi e' sembrato ulivo, ma da vicino la foglia era tutt'altro, una pianta simile, per meno far sentire la differenza... E ne ho preso un paio di rametti. In chiesa c'era un po' di tutto, Kanaki, naturalmente, francesi, la comunita' italiana anche se l'ho scoperto troppo tardi per poter parlare con qualcuno, tanti vietnamiti evidentemente di religione cattolica. La Messa era celebrata dal vescovo e la Chiesa caldissima, tanto che una ragazza e' svenuta nel corso della funzione, la poverina non aveva fatto la prima colazione per poter prendere la comunione, proprio come faceva mia nonna. Si vede che per chi vive qui sull'isola la religione e' considerata ancora seriamente, anche se la celebrazione non ha nulla a che vedere con la Messa alle Seychelles, molto più colorata e con le donne con grandi cappelli colorati che cantavano da fare invidia ad un coro professionale; il prete poi accoglieva i fedeli uno per uno  all'entrata della chiesa e li congedava salutandoli nello stesso modo. Ma e' stato ugualmente bello ed interessante. All'uscita, ficcando il naso a destra e sinistra, mentre prendevo nota degli annunci delle camere in affitto, ho trovato un ragazzo che ne stava mettendo uno per una camera in centro, a due passi dalla cattedrale, in un attimo siamo andati a vedere, in un attimo mi ha dato le chiavi ed in un attimo ho trovato una piccola base per partire nelle mie esplorazioni. La camera e' piccola ma silenziosa, centralissima, fa molto studente, ma ha tutto quello che mi serve: un letto, un armadio, la televisione, visto che qui la sera non c'e molto da fare, e l'appartamentino ha anche un piccolo balcone e non e' umido, che avrebbe dato fastidio alla mia allergia. La mia idea e' di trovare una famiglia Kanaki dove alloggiare, ma non so se in città sara' realizzabile, e' un qualcosa che si fa quando si va all'interno del paese: il vivere in tribù!

sabato 16 aprile 2011

CAPODANNO

Bene, oggi finalmente sono riuscita ad arrivare al famoso centro Tjbau progettato da Renzo Piano. Il centro è magnifico, immerso nella natura tropicale e perfettamente inserito nella tradizione Kanaki.

http://www.youtube.com/watch?v=R0LA6GjZcJw&feature=youtube_gdata_player


centro Tjbau

centro Tjbau

centro Tjbau


centro Tjbau

centro Tjbau
E' un po' scomodo da raggiungere per chi, come me si aggira in bus, bisogna prenderene due da Anse Vata dove sono alloggiata al momento e non è tanto questo il problema, quanto che, con il mio meraviglioso senso d'orientamento mi perdo spesso e volentieri e vago da una fermata all'altra. Oggi, sarà stato un caso, sapevo della festa dell'igname, un tubero, una patata che può essere bianca o violetta, dipende dal tipo, e, senza darci peso più di tanto, ho tenuto ad visitarlo in questa occasione. La mia sorpresa è stata enorme quando ho scoperto che questa festa è importantissima per i Kanaki, che basano la loro cultura sul rapporto con la natura e la condivisione nella propria tribù e con le altre tribù, condivisione che simboleggia un gesto di fratellanza, di amicizia, e che è molto, ma molto importante per un quieto vivere, assolutamente scontato.

menir vestito a festa!
Ho così scoperto parlando con Sonia, una simpatica Kanaki, che si stava festeggiando il capodanno: per la cultura aborigena l'anno inizia quando la terra da il primo igname e quando questo può essere gustato fra le varie comunità; ho scoperto che sull'isola si parlano 28 lingue Kanaki (28 in un'estensione così piccola!) altamente diverse fra loro, tanto che, fra le varie tribù ci si parla in francese, altrimenti non ci si arriva a comprendersi. Giusto qualche post fa mi lamentavo della mancanza della primavera, stagione così importante che alcune culture (a me molto care) la festeggiano come inizio anno... e casualmente, aiutata dalla mia buona stella sono capitata nel capodanno locale! Le persone sono incuriosite da me, mi si avvicinano, mi parlano, evidentemente il mio sguardo gentile ed interessato attira e dopo le prime due parole si capisce immediatamente dall'accento che non sono francese, ma qualcosa di molto più esotico...

Kanaki

Kanaki curiosi
Anche se sul "cajou" cioè sasso, come viene soprannominata l'isola, pare che la comunità italiana sia la più numerosa, dopo i francesi, naturalmente. Continuando a chiacchierare con la nuova amica scopro che anche lei come me ha un figlio grande (siamo più o meno coetanee) cresciuto da sola con l'aiuto della famiglia... incredibile, due storie parallele agli antipodi! Mi spiega che tutti gli avvenimenti vengono gestiti in comune, che ogni cosa riguarda non il singolo ma la comunità e che è già stato designato chi si occuperà di lei quando sarà anziana, così come lei, oltre al figlio, si occupa anche dei suoi nipoti e degli altri giovani della famiglia. Interessante, sono un po' i valori che da noi sono andati scemando; qui si vive ancora tutti insieme, sotto lo stesso tetto, il tempo libero dal lavoro viene dedicato alle attività tradizionali, per un Kanaki non è mai vacanza, c'è sempre qualcosa da fare!

piatto di portata
Speriamo che una di queste famiglie mi adotti, mi piacerebbe molto approfondire queste tradizioni, anche se, immagino, non deve essere facile riuscire ad entrare veramente e non come semplice turista, alcuni francesi intrecciano con le foglie di palma i vassoietti come avevamo fatto a Bora Bora durante un'escursione in mare, non amo troppo questo, anche se vedo che vengono usati nel vero picnic di tutte le tribù. Sì perchè per l'occasione sono arrivate persone da tutte le parti dell'isola, hanno percorso 5, 7 ore di stradaccie per festeggiare insieme agli altri a Noumea questa importante ricorrenza. A fine mese ci sarà qualcosa al sud, ed a fine maggio nell'isola di Lifou un'altra ricorrenza... farò di tutto per non mancare!

scultura Kanaki, dedicata a Sondha
http://www.youtube.com/watch?v=R0LA6GjZcJw&feature=youtube_gdata_player

mercoledì 13 aprile 2011

GIORNATE

Ho iniziato la mia giornata guardando il mare, pardon l'oceano, appena uscita ad Anse Vata e mi sembra buono fermarmi prima di rientrare per un'ultima riflessione.

Oggi ha piovuto, ad ora di pranzo si e' scatenato un acquazzone tropicale, di quelli in cui sembra impossibile che una nuvola possa contenere tutta quell'acqua, poi un attimo di sollievo, appena piovuto si ha sempre un senso di fresco, si respira
meglio, l'umidità si disperde per qualche ora per poi evaporare e tornare nell'aria, come prima. Mi ricorda la mia vita in Africa centrale, dove l'alternarsi delle stagioni era fra secca e delle pioggie, la primavera, tanto amata ed accolta in certi paesi non si affacciava mai. E proprio la mia vita in Centro Africa doveva ripropormisi, proprio oggi, quando chiacchierando con la segretaria della Croce Rossa locale scopro che, non solo lei ma sono numerose qui le persone provenienti da Bujumbura, la ridente cittadina sul lago Tanganika dove ho trascorso tre anni della mia vita! I nomi che mi vengono fatti non mi dicono più di tanto, ma certo e' una strana coincidenza che in un'isola così lontana e così particolare esita una colonia italo - franco - burundese! In ogni caso me ne vado dritta per la mia strada, sto prendendo i primi contatti, risolvendo il problema della carta bancomat valida all'estero si, ma solo in Europa (italiani, i soliti provinciali!) devo iniziare a guardarmi intorno per trovare un alloggio indipendente, la casa di Anh e' superba, ma non si può approfittare, il guaio e' che non ho le idee chiare, sara' per un mese, due, quanto? Resterò qui o cambierò isola? Non posso negare che la nostalgia e' con me, anche se ho ben chiaro il senso di fuori posto che sento a Roma, non ho ancora capito se questo sia o meno il MIO posto, certo, la città e' magnifica, questa Montecarlo del Pacifico, sembra non manchino agi e tranquillita', e' che sono alla ricerca di quel qualcosa, quell'impercettibile brivido lungo la schiena che quando mi assale mi fa sentire felice. Felice a discapito di tutto. E la nostalgia mi sommerge. Poi era tanto che non mi ritrovavo a viaggiare da sola, a dover ricostruire una vita, bello si ma anche molto impegnativo! Saro' all'altezza? Rientro' delusa? Speriamo proprio di no, alla peggio posso sempre spostarmi su di un isola diversa o fare qualche mese saltellando qua e la, vedremo. Certo e', per chi volesse allungarsi in questa parte di mondo e raggiungermi che la Nuova Caledonia merita una 20ina di giorni almeno per essere interamente visitata ed il periodo migliore e' fine anno, mentre l'estate si sta benissimo in Polinesia, a sole 5 ore di volo da qui. Capito Viaggiatori Avventurosi? Si accettano prenotazioni per il gruppo estivo al momento, che sara' a numero chiuso ed altamente selezionato: al momento ci sono una cantante lirica, una coppia di cassieri ed un viaggiatore incallito... Chi si riconosce in questo gruppo? Le candidature di chi volesse aggregarsi saranno esaminate con attenzione: solo gente allegra e simpatica, come mi ha insegnato un caro amico preistorico, maestro in divertimento e buon umore.

martedì 12 aprile 2011

Ho il numero locale!

Per chi mi volesse chiamare il mio telefonino in Nuova Caledonia e': 00687 873660, spero mi abbiano dato il giusto prefisso internazionale, attenzione al fuso orario, ecco l'ora in cui mi trovo: 16.30 Noumea, 7.30 Roma ricordate: sono a + 9 ore.
Ciao!

L'ARRIVO

Bene, inizio a guardarmi intorno: ho capito perché Noumea viene considerata la Cannes del Pacifico, in effetti mi ha ricordato Montecarlo, gli edifici sono di più piani, disposti nel verde intorno alle numerose baie della città, la casa di Anh e' un appartamento al secondo piano di un edificio, ha una vista magnifica! Purtroppo la prima gita e' stata dal dentista, non per me, fortunatamente. Le poche persone che ho visto sono estremamente rilassate e gentili, Mr. Smith, un martinicano che lavora qui come tassista che mi ha prelevato dall'aeroporto, non si e' nemmeno preoccupato di essere pagato (non sono riuscita a prelevare al bancomat) mi ha lasciato il suo biglietto da visita e ci sentiremo prima o poi; in sala d'attesa ho incuriosito un tipo, sposato con una donna di lontane origini italiane, ed e' subito scattato il primo invito... Ancora non ho un numero di telefono locale e già vengo cercata!

panorama 1


panorama 2


panorama 3

anse vata

la baie du citrons
da casa di Anh

lunedì 11 aprile 2011

DALL'AEREO

"Paul Bowles diceva che la differenza tra un viaggiatore e un turista consiste nel fatto che un turista sa quando inizia e finisce il viaggio; un viaggiatore vero no; ne conosce l'inizio ma non la fine." Da Millennio, di Manuel Vazquez Montalban, libro che sto leggendo nelle lunghe ore d'aereo. L'ultima volta che sono stata una vera viaggiatrice e' stato 25 anni fa circa, appena laureata ho venduto tutto, depositato le poche cose che avevo nella cantina della mia amica Antonella, esclusi i vestiti invernali che aveva il permesso di indossare, e me ne sono andata a Bujumbura, ridente cittadina sul lago Tanganika, nonché capitale del Burundi, dove sono rimasta 3 anni. Allora avevo con me quanto di più caro ho al mondo, il mio figlioletto Ago allora di 4 anni al quale speravo poter dare un'educazione internazionale; invece si e' intossicato e non ama girare il mondo come me, che sono spinta da questa forte necessita' di andare, vedere, conoscere e forse anche cercare capire. E questo e' il mio cruccio più grande, il non essere stata capace di trasmettergli questa mia forte passione.  
Ma sono quasi arrivata! Le prime che si sorvolano sono le isole Salomone, e questo da già una prima sensazione di stare arrivando, dopo ore ed ore d'oceano, poi l'arcipelago delle Vanuatu,il più vicino alla mia isola, farci un saltino e' già nei miei programmi di massima. Noto con piacere che l'Aircalin, la compagnia con la quale sto volando, collega Noumea con Brisbane e Sydney in Australia, Auckland in Nuova Zelanda, le Fidji, Wallis e Futuna poco più a nord ovest di queste, Thaiti, l'isola principale del mio arcipelago preferito, non molto vicino, purtroppo. Mi e' invece sfuggita la possibilità di rientrare passando dall'Indonesia, certo, con tutti i problemi avuti per riuscire a partire col biglietto premio, mi ero concentrata sull'andare e molto poco sul ritornare. E non potrei fermarmi, e' previsto solo uno stop e me lo sono giocata all'andata con i 3 giorni in Corea del Sud. Effettivamente l'Indonesia meriterà una visita più approfondita, si vede che non e' ancora arrivato il suo momento. 

domenica 10 aprile 2011

DOMANI

Ultima notte nella cameretta... cosa succederà domani, come viaggerò, chi incontrerò, come sarà mai questa Nuova Caledonia che sogno da tanti anni? E' facile sognare un paese che non si conosce, lo si riempie di tutto quello che vogliamo, di tutti i nostri sogni, ma domani, inevitabilmente, ci sarà lo scontro con la realtà, domani, se tutto andrà bene, atterrerò a Noumea e la vedrò. Certo non è bastato scegliere come isola dei sogni un posto così lontano, non mi ferma nulla, in un attimo (si fa per dire) i bagagli sono pronti e sono già in aereo. Meglio non pensarci troppo, una cosa che ho imparato è lasciarmi sempre una via d'uscita, una scappatoia, intanto, se il posto non dovesse piacermi posso cambiare o rientrare a casa, non me lo impedisce nessuno, ma dubito che andrà così; certo, un po' di nostalgia di quello che ho lasciato, il mio cagnolino, un figlio, ed anche "altro" inizia a farsi sentire. Rivedrò la mia amica Anh che non vedo da, da, quand'è che sono andata a Parigi l'ultima volta? Qualche anno è passato, a parte le toccate e fuga di un giorno; le avevo detto che quando sarebbe arrivata a la sarei andata a prendere, invece mi ha preceduto, fra una cosa e l'altra gli impegni vari non mi hanno permesso di muovermi prima. Così ho la comodità di arrivare e trovare una camera pronta, sicuramente in una bella casa. Ma non è questo che mi interessa, la bella casa l'ho lasciata 4 giorni fa, a Roma, la mia casa, chissà se troverò un modo di vivere che mi è più congeniale, chissà se... Quanti pensieri, quante meditazioni! saranno state tutte quelle immagini nelle stazioni, la gente che protesta esponendo le immagini di tortura di non so chi nella vicina Cina, appunto, non so nemmeno chi, eppure queste cose mi toccano, mi fanno star male, non riesco a sopportare queste malvagità nel mondo. E penso, e ripenso.... meglio spegnere tutto e dormire, almeno provarci, domani sveglia alle 5 e via, la comodità è che il bus è qui di fronte, non devo salire o scendere nemmeno 1 gradino, anche perché, col valligiane rosa! 27 chili, ma cosa ci sarà mai dentro? e domani mi toglierò i vestiti pesanti.
sù, coraggio, a nanna, e sogni d'oro!

COSA SI MANGIA IN COREA DEL SUD

tapoki, piccantissimo!

tempura

pesce marinato

zuppa di ravioli

pesce essiccato, che profumo!

...larve

strane verdure

granchio

pesciolini essiccati da usare come parmigiano...

alghe

la base per una buona  zuppetta

zampe e teste di maiale, salsicce
pasta al nero di seppia? lo credevo anch'io, e' condita con fagioli neri e per fortuna, tanta cipolla!


guanti... noooo i guanti bianchi erano stesi ad asciugare!