domenica 15 maggio 2011

TRASCURO IL BLOG...

E' un po' che sto trascurando questo blog, per vari motivi, il primo che gli impegni diventano sempre più numerosi e quando la sera rientro stramazzo immediatamente nel mio letto, in secondo luogo, mi sto allontanando da quella che era la mia vita italiana, anche se non dimentico assolutamente le care persone che ho (capito bene?????) ma è come se si stesse mettendo un velo, come se le immagini si stessero offuscando, come se il tempo che passa diminuisse l'intensità delle emozioni che provo quando penso alla mia casa, al mio cane... e mi fermo qui.
Non ho nemmeno fatto molti progressi sulla cultura Kanaki, anzi, lo confesso, quando sono stata in biblioteca l'ultima volta non mi sono applicata, ho leggiucchiato qua e là argomenti diversi, più che altro legati ai viaggi. Un momento di stanca? Avevo iniziato a cercare di capire il modo in cui si orientano, e già per una come me che si perde facendo il giro dell'isolato di casa propria a Roma dove vive da soli 44 anni, parlare di orientamento non è proprio facile... e un po' come i calabresi, strana coincidenza, questi Kanaki salgono quando vanno contro vento, anche se non percorrono nessun dislivello. 
Ecco le poche note che ho preso sull'argomento:

Nel sistema di orientamento non vengono considerati i punti cardinali ma una combinazione di riferimenti geografici (asse mare -terra, asse d'una vallata, asse dei venti dominanti) e riferimenti in base al proprio ego.
Gli spostamenti sono descritti utilizzando un solo asse verticale; e' importante capire le relazioni logiche attraverso le quali si scelgono i riferimenti che  saranno utilizzati dal sistema di orientamento.

E non dimenticate mai che leggo in francese, ma devo scrivere in italiano ed il francese è una lingua, a mio parere molto più precisa e puntuale della nostra: spesso con una sola parola riescono ad identificare quello che noi esplicitiamo in un'intera frase. Esempio: sopra la capanna circolare, abitazione tipica Kanaki c'è la freccia faitière, espressione che ho già usato senza tradurla, nella Lonley viene riportata interamente in francese, flèche faitière   con la traduzione fra parentesi: "lancia di legno intagliato in cima al tetto", perchè la traduzione letterale che sarebbe freccia combattente o freccia che combatte non rende sicuramente l'idea dell'oggetto di cui si stia parlando. Piano piano mi sto facendo delle amicizie, anche se sono a piedi e non prenderò certo una macchina riesco sempre a trovare chi mi scarrozza, sto facendo bei giri qui nei dintorni ed il paese ha una natura veramente magnifica. Gli abitanti sono un po' selvaggi, nulla a vedere con i polinesiani che tanto amo. Ma ho un'amica polinesiana e l'incredibile è che parla italiano molto bene, ha vissuto in nord Italia circa 6 anni ed è innamorata del nostro paese, tanto quanto io lo sia del suo! Così, visto che ci scambiamo lezioni di lingua alla Croce Rossa locale, ci facciamo lunghe chiacchierate raccontandoci reciprocamente quallo che amiamo e le belle esperienze avute l'una nel paese dell'altra; ci conosciamo da poco, ma credo di aver trovato una buona amica. Ho iniziato l'attività di crocerossina anche qui, andandomene già in giro con il Cagù-bus per le periferie; non c'è niente da ridere, il Cagù è un uccello grigio azzurro con dei riflessi rossi sul capo, solo riflessi, come una tintura che non ha attecchito, abbastanza grosso, un passerone, che non ama molto volare, anche se può farlo. Il Cagù si accoppia per tutta la vita e questa fedeltà è molto apprezzata in Nuova Caledonia, la femmina depone un solo uovo alla volta che viene alternativamente covato da lei durante il giorno e dal padre durante la notte. Che coppia moderna! Imparate italiani, imparate!
E questo veicolo della Croce Rossa che, come il camper di Villa Maraini va a cercare i suoi clienti in giro per i quartieri più disperati, ha il nome di questo pennuto qui tanto amato ed apprezzato.  Non mi è sembrato, al momento, che le azioni della Croce Rossa siano apprezzate più di tanto dalla popolazione locale, mi sembra più sia un organizzazione gestita da francesi e rivolta a chi ha necessità, ma con poca interazione con i locali, che hanno altri sistemi assistenziali all'interno delle loro tribù. Ho conosciuto anche una bella ragazza del Burundi che ho potuto salutare nella sua lingua materna, con le poche reminiscenze che mi sono rimaste della sua lingua, scandalizzando una francese che non riusciva a capire che cosa ci stessimo dicendo! Vado al cinema tutte le settimane, proprio come a Roma, anche se in un multisala e non in un vecchio grande cinema come il delle Provincie, ed ho visto bei film come Black Swan sulle ballerine classiche, che ancora mi perseguita nei sogni e le donne del 6o piano, sulle colf spagnole in Francia... carina l'opposizione della latinità alla grandeur! Ma non si va a piedi perchè non si cammina a piedi di notte in centro, nemmeno in compagnia di un uomo, e naturalmente, niente cineforum. Ma nessuno parla in sala e tantomeno mangia frutta o qualcosa al di fuori dei pop corn. 
E mi diverto. Ma dire che questa isola al momento mi sia entrata nel cuore... non me la sento. E' troppo simile a Montecarlo, anche se con un clima migliore, è troppo piena di gente civile per una selvaggia italiana come mi sento di essere, è troppo pericolosa, con questi abitanti primitivi e la libera vendita di armi (escluse quelle da guerra, grazie!) pronti ad impallinarsi od ad impallinare alla prima discussione, con una violenza nell'aria che si percepisce immediatamente.
Volevo alloggiare in una famiglia Kanaki, e non si può fare, si rischia anche alla mia età di essere violentate dal figlio adolescente, o peggio; la sera posso uscire solo e se mi passano a prendere, anche Padre Grossin oggi mi ha consigliato: "Mai uscire da sola la sera in centro", perchè è pieno di bande di senza tetto che girano, girano,  e chissà se mi trovano! Ma certo non me ne vado in giro a piedi da sola al buio, anche se il buio in questa stagione arriva alle 17.30, abbastanza prestino; mi alzo all'alba, passo la mia giornata fuori; oggi, domenica, sono rientrata per un riposino grazie al quale stasera non sono troppo stanca e sono riuscita a scrivere qualche frase.
Un altro aspetto che mi ha molto meravigliato e' il vedere quanta infelicita' ci sia qui sull'isola: sono infelici le francesi sposate ai Caldoche, sono infelici le giapponesi sposate ai bei negroni delle Antille, troppo primitivi pera loro raffinata cultura, sono infelici le russe importate per farne madri di famiglia, troppo concrete ed amanti di un clima freddo, non pensavo trovare tanta infelicita' in questo paradiso.
Sono curiosa di iniziare l'esplorazione delle isole vicine: inizierò dalla Vanuatu ul mese prossimo dove passerò 11 giorni, e, in perfetto stile di AVVENTURE NEL MONDO visiterò 4 isole, passerò il giorno di Pentecoste all'isola di Pentecost per assistere al naghol, ma di questo vi parlerò più avanti!
E se si formerà il gruppo a luglio farò un bel giro in Polinesia, questa volta anche alle isole Marchesi, che tanto mi attirano e mi affascinano. 
La sera del mio arrivo ho visto una stella cadente enorme filare davanti ai miei occhi: enorme segno di positività!

1 commento:

  1. Ieri stavo parlando con Matteo di Guido e del suo cammino, mi ha chiesto cosa ne pensassi.
    Gli ho detto che per noi che viviamo in città la vita, il contatto con gli altri, con la natura, il nostro fisico e gli eventi è tutto assolutamente falsato e filtrato. Siamo come dei canarini in gabbia, protetti ma abbiamo perso la nostra natura, non sappiamo chi siamo. E allora fare il cammino o fare una solitaria in barca ci restituisce quello che abbiamo perso e di cui abbiamo comunque bisogno: il vero.
    Dopo il cammino si torna cambiati perchè solo tutto ciò che è vero ci modifica e se non ci modifica vuol dire che non siamo veri noi.
    Buen camino anche a te

    RispondiElimina