mercoledì 18 maggio 2011

MISSIONI

http://www.smsmsisters.org/en/default.asp

E' incredibile come possa essere simpatico ed allegro un pranzo nella casa delle missionarie SMSM... già il nome dal suono tecnologico: abbreviazione di Suore Missionarie della Santissima Maria ricorda gli sms, simbolo della comunicazione dei nostri giorni, nome che non può essere più adatto a questo ordine di sorelle allegre, disponibili ed attente ai bisogni di chi le circonda e comunicative. La casa dove sono stata ricevuta ospita tre sorelle italiane: Angela, ... e la cara Anna Maria detta la romana, che da ragazza abitava nel mio quartiere a Roma, per fare capire la vicinanza con casa mia, nella stessa strada dove esercita il mio medico di famiglia, il caro dott. Toni; due sorelle francesi, e 3 studentesse, una di Vanuatu, una di Wallis e Futuna ed una del Madagascar, tutte allegre e spensierate. Ero a pranzo da loro perché, ...perché... e qui per spiegarlo, devo raccontare un'altra storia.
In Nuova Caledonia fra le varie comunità, una  abbastanza numerosa è sicuramente quella vietnamita, le cui famiglie sono arrivate spinte dalla miseria nella quale vivevano nel loro paese, la maggior parte per lavorare nelle miniere. La Francia, che spadroneggiava qua e la li ha importati come manodopera, fino a quando, una volta chiuse le miniere non si sono dovuti arrangiare per trovare un lavoro.
La maggior parte e' riuscita ad andare avanti piu' che dignitosamente, grazie all'indole operosa di questo popolo ed alla sua intelligenza. Si sono installati, moltiplicati e al giorno d'oggi la maggior parte di essi ha negozi o si occupa di ristorazione. Ovunque si possono comperare le squisite neme, anche quelle crude, con la pasta trasparente ed il ripieno di insalata, pollo e gamberetti, che non ho osato assaggiare, per motivi igienici in Vietnam, ma che col loro aspetto invitante, avevano attirato sia me che il gruppo. Bhé, qui mi sto rifacendo! E sono deliziose! Ma torniamo a noi, la comunità vietnamita, fatta di grandi lavoratori si è insediata con successo in Nuova Caledonia, tutti hanno una buona posizione economica e non avrei mai pensato fosse possibile vedere alla Messa della domenica tante belle signore in abiti tradizionali, con le colorate sete impalpabili e svolazzanti nei colori pastello più alla moda. Ma chi è diverso da noi spesso non viene apprezzato, anzi lo si teme e se lo si vede fare fortuna non si pensa alla fatica, allo sforzo che possa esserci dietro e lo si detesta, per quel volto diverso dal nostro e per quell'abbondanza che ha saputo procurarsi. E così c'è stato un periodo che in Nuova Caledonia i vietnamiti non erano graditi, davanti alle loro case sui marciapiedi venivano fatti segni coi gessetti bianchi per localizzarli, qua e là spuntavano scritte come: "Chi mangia il riso deve lasciare il paese!", una sorta di mini-persecuzione simile a quella in Europa contro gli ebrei. Lo stato si era alleato in questa azione, proiettando film dove si vedeva un Vietnam prosperoso, dove si concedevano vantaggi a chi fosse rientrato in patria. All'avvento del comunismo i vietnamiti che risiedevano un Nuova Caledonia hanno potuto scegliere se diventare francesi o rientrare nel loro paese e molti, molte famiglie, allettate da una buona qualità di vita, da un ricongiungimento con i parenti che non avevano avuto la fortuna di potersene andare, molte famiglie si sono imbarcate con tutti i loro averi, anche delle Peugeot, per rientrare in una patria che, sotto il regime comunista, non chiedeva di meglio di confiscare i loro beni e gettarli nella miseria. E quelli che hanno resistito ed hanno continuato ad essere diversi in terra straniera, oggi hanno una vita operosa ad un buon livello economico. Possono ritornare nel loro paese, "Ma solo per le vacanze, si vive meglio qui!" mi ha detto il cassiere, forse anche proprietario di un piccolo supermercato. La maggior parte della comunità pratica una fervente religione cattolica, grazie a Padre Tong che ha fatto crescere nelle fede in Cristo una moltitudine di bambini, diventati poi genitori ed oggi nonni, educandoli all'amore ed al rispetto. E non è possibile entrare nella Cattedrale senza incontrare Dominique, una signora vietnamita molto dinamica, con bei vestiti tradizionali svolazzanti, sempre di un bianco immacolato, che tratta la Chiesa come se fosse casa sua, attenta che ogni cosa sia al suo posto, che ogni fedele abbia il suo foglietto e un buon posto a sedere, in particolare per le facce sconosciute, come la mia! E quando ha saputo che sono italiana l'interesse nei miei confronti e' ancora aumentato: sua figlia ha sposato un mio connazionale e vive ad Udine, dove la cara signora sta per andare un vacanza. Posso immaginare, visto che ho lavorato anche in questa città del nord ed avevo l'ufficio in via Postumia, proprio dove anni prima si trovava una casa chiusa ed e' capitato che qualche nostalgico bussasse alla porta chiedendo se avessimo ripreso "l'attivita"... Posso immaginare come la svolazzante piccola signora vietnamita venga accolta in una terra di gente nordica e dura come il Friuli, speriamo che il suo aspetto pittoresco e grazioso faccia breccia nei cuori ruvidi ma gentili del popolo friulano.
E quando ha saputo che venivo dall'Italia non e' stata più nella pelle, mi ha invitata, insieme a tutta la comunità delle suore, a gustare i suoi manicaretti... E così, nella graziosa casa delle SMSM, ridendo e scherzando abbiamo gustato un ottimo pasto vietnamita! "Vi faccio mangiare, così entro nelle vostre case." Ha spiegato Dominique, che ama cucinare, offrire il cibo che prepara così bene ed usarlo come mezzo di comunicazione, di avvicinamento di conoscenza delle persone. Grazie Dominique, grazie per le storie che hai raccontato e per l'ottimo cibo, ora non ci resta che salire a piedi al monte Koghi (visto che e' l'ascensione) per smaltire un po'!

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