sabato 25 giugno 2011

SANTO

Tanna col vulcano Yasur, Pentecost con il salto del Naghol, Efate l'isola principale dalla quale si passa e si ripassa, Ambrym selvaggia, con i suoi disegni sulla sabbia e la magia, oltre ai 5 vulcani faticosi da raggiungere... non potevo finire che con Santo, isola ricca di natura e di spiagge.

alla foce del fiume, fra cielo e barriera corallina
roccia


Champagne beach

impollinazione marina

le trou bleu

Rispetto alla capitale, dove in centro il degrado regna sovrano, con marciapiedi rotti, negozi polverosi e disordinati, a Santo sembra sia passata una governante tedesca che ha riordinato tutto: le case ridipinte, i negozi grandi ed ordinati, il mercato, Lunganville e Port Vila si somigliano, ma la seconda sembra la brutta copia dell'altra. Strano non sia il contrario, visto che Port Vila è la capitale, ma non bisogna dimenticare che a Santo si può godere di spiagge meravigliose e di fondali altrettanto suggestivi.
E' divertente vedere che, sotto un albero all'accesso della spiaggia c'è un uomo che reclama i diritti d'ingresso: la terra è sua. Mi viene in mente Totò che vendeva la fontana di Trevi ai turisti americani... Ma nei due giorni di giri per le spiagge troverò sempre gli stessi esattori e le stesse tariffe: in una località così ristretta, questo genere di truffa non deve essere popolare. La punta dove gli americani hanno gettato in acqua ogni genere di macchinario ed attrezzatura è grottesca: pesci e coralli godono delle cavità metalliche di queste carcasse, all'epoca nessuno ha gridato contro la catastrofe ambientale, ed oggi è un po' tardino per lamentarsene! Ma è un gran bel punto per fare immersioni. Champagne beach, invece, è una chicca, come certe spiagge private di alberghi alle Seychelles, con sabbia fina ed acqua trasparente dal colore incredibilmente cangiante. E la laguna blu, un laghetto blu cobalto (è la prima volta che vedo un colore simile libero in natura!) di acqua dolce, amabilmente circondato da alberi e fiori... Una delizia dove riprendersi dal caldo ed assaporare un po' di frescura! Ma la cosa più interessante, oltre alla natura, sono gli incontri che si possono fare, così, per caso, quando ci si aggira in cerca di un motorino da noleggiare: ho incontrato Michele, ed alla sua prima frase in inglese ho subito capito che aveva l'accento come il mio... Romano de Roma, e pure der quartiere mio! incredibile incontrarsi in Vanuatù! E' arrivato qui tre anni fa, per un lavoro in un albergo, sa fare un po' di tutto, "Il lavoro va inventato", mi dice, ed è proprio vero, parla inglese e francese ed anche bislama, la pittoresca lingua locale, un miscuglio di inglese e francese storpiati, che a sentirla sembra ti stiano prendendo in giro! Ma non è complicata, dopo una settimana riuscivo già a capire. E la cosa bella è che nell'albergo dove ci siamo incontrati alloggiava una tenera famigliola italiana, lui che deve essere un geniaccio è stato chiamato in Australia a lavorare e la moglie ha partorito lì la bella figlioletta, anche se all'epoca aveva ancora il visto da turista.

famigliola italiana
E cosa fanno quattro italiani a bordo di una piscina? Parlano, parlano e parlano ancora! E si raccontano, finalmente nella lingua madre che qui non ho molte occasioni di parlare, un po' di questa vita in questo spicchio di mondo così lontano ma interessante. E grazie alla solidarietà italiana che sono stata scarrozzata dal proprietario dell'hotel, un Neo Zelandese da cartolina in lungo ed in largo per l'isola, insieme a due suoi amici, Neo Zelandesi anch'essi. Grazie Michele!! S'aribbeccamo a Roma!

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